Dal fienile di Brez all’Expo Milano: alla scoperta del genio creativo di Luigi Prevedel
inserito da Giulia & Romeo
LA TELEFONATA
Era da qualche settimana che si chiedeva come mai la sua storia si fosse fermata proprio sul più bello. E sul più bello è arrivata una telefonata di Sgarbi. Sgarbi in persona,non qualcuno della segreteria. “Ciao Luigi, tutto bene? Che ne dici di venire all’Expo? Mi sono arrivate un sacco di richieste ma io voglio te e il tuo capolavoro!” E così alla storia di Luigi Prevedel si è aggiunto un nuovo inaspettato capitolo: la sua statua accoglie i visitatori di Expo davanti all’ingresso dell’area Trentino-AltoAdige del Padiglione Eataly, all’interno del progetto “Il Tesoro d’Italia”, mostra curata da Vittorio Sgarbi. Ma cominciamo dall’inizio, perchè la storia è lunga e appassionante.
(foto di Bruno Battocletti, particolare della statua)
I QUARANT’ANNI E LA SUA SFIDA Luigi Prevedel, carpentiere piastrellista originario di Castelfondo (TN), Val di Non, classe 1969, quattro anni fa viene colto da un irresistibile sentimento di sfida verso se stesso: senza alcuna esperienza in materia decide all' improvviso, all’ età di quarant' anni, di scolpire una statua in marmo tutta da solo. Non ha mai visto una statua dal vero, al di la' di quelle raffigurate nei libri o di quelle di legno ammirate più volte in Val Gardena. Di fronte alle quali si chiedeva sì, in effetti, come venissero create, affascinato dai segreti del loro processo creativo senza tuttavia preoccuparsi di farseli svelare. Quei desideri che rimangono in un angolo della nostra mente e che si sviluppano piano piano, senza che noi ce ne accorgiamo. E un bel giorno il desiderio esce dall’ angolo e prende forma, senza aspettare troppo perchè ad aspettare, racconta Luigi, finisce che ci ragioni e non ci provi più. Per produrre qualcosa di eccezionale è invece necessario uno stato di incoscienza. E così, in soli quattro giorni, dall’ idea passa allo schizzo, al disegno, all’ordine del marmo alla cava di Carrara. Perché quel desiderio di conoscenza lo vuole appagare empiricamente da solo, senza chiedere niente a nessuno.
L’ORDINE DEL MARMO L’ordine del marmo non sarà' così semplice come pensava, primo ostacolo da superare e su cui farsi le ossa per gli ostacoli a venire, che saranno tanti, tantissimi, una specie di percorso di formazione che lo farà mentalmente invecchiare precocemente... Perché la cava di Carrara è in esaurimento, il marmo viene venduto solo agli scultori veri e Luigi, come racconta al telefono all’interlocutore che lo ascolta sbigottito, lo scultore non l’ha mai fatto. Di più, non ha mai preso in mano uno scalpello. Ma alla prima risata non si lascia mortificare. E continua a chiamare, a contattare… finchè ottiene quello che vuole, un blocco da 60 quintali. In compagnia di un amico lo va a prendere personalmente e dopo averlo visto dal vero, nel viaggio di ritorno ammutolisce.
TIMORI Non ha fatto una delle solite pazzie dei quarantenni che sentono fuggire il tempo, non si è buttato nel jogging né ha preso un aereo per un viaggio fuori stagione. Ha investito decine di migliaia di euro in un blocco di marmo che non sa da che parte prendere. Per diversi mesi lascia il blocco di marmo abbandonato nel fienile che un amico gli ha prestato come deposito. E’ colto dalla paura se non dalla disperazione, e i commenti e i giudizi dei paesani che lo conoscono bene e lo sanno padre di famiglia con moglie e bambina di dieci anni, non lo aiutano. E la spinta emotiva che di solito induce gli artisti a creare, ossia l’amore o la passione o la curiosità per il proprio soggetto, sembra non essere in questo caso fondamentale. Prevedel non ha il desiderio urgente di comunicare qualcosa, non vuole vedere immortalato nel marmo l’oggetto dei suoi desideri, vuole semplicemente sfidare se stesso. Stefano Zuech (Brez 1877 -Trento 1968), lo scultore che decide di ritrarre, è un pretesto, lo sceglie perché la sua eredità artistica è radicata nel Trentino, nella sua terra, le sue sculture sono presenti a Brez come a Rovereto. E quindi un eventuale successo della sua opera legherebbe la statua e il suo nome al Trentino, di cui sente di far profondamente parte. Ma niente di più, tanto che l’idea gli viene casualmente sfogliando un libro a lui dedicato e scegliendo come riferimento una foto frontale, dovendosi poi quindi inventare fianchi e profilo.
L’ISPIRAZIONE E L’INIZIO DELLE AVVERSITA’ Dopo nove mesi arriva l’ispirazione. Ci prova, ma la punta da muratore che incomincia ad usare non riesce nemmeno a inciderlo, il marmo, rimbalzando e cadendo sul pavimento. Luigi passa davvero dei brutti momenti, notti insonni, sopraffatto dai dubbi ma sempre incoraggiato dal padre che non smette di credere in lui. Il lavoro si fermerà almeno tre volte per paura, dubbi, blocchi momentanei. Ma in 14 mesi di lavoro e quattro anni effettivi dal giorno della decisione finalmente arriva a vedere l’opera compiuta. Ma prima. Prima deve passare notti e notti nel fienile dove il blocco è rimasto non avendo alternative di deposito, viste le dimensioni ingombranti del marmo. Prima deve soffrire al freddo con temperature che raggiungono i meno 17, prima per scaldarsi deve scendere più volte in stalla a mettere le mani sulla pancia delle mucca, perché la temperatura del marmo arriva a scendere a – 25, prima deve far fronte a scultori che interpellati umilmente per suggerimenti gli intimano di smettere. Prima deve superare momenti di crisi e porte in faccia e pugni sui denti, come racconta con il suo linguaggio colorito, per rispondere agli sberleffi dei paesani e di certi artisti che non credono né in lui né nel marmo che usa. Prima deve fare lo psicologo di se stesso, perché per una tale impresa occorre raggiungere e mantenere un equilibrio incredibile. Prima deve superare dolori al fisico fortissimi, al braccio, alle dita, a tutta la parte sinistra del suo corpo. Prima deve addirittura temere di aver rischiato la sua vita privata, la stima dei famigliari che per anni ti vedono fatto in un modo e poi all’improvviso ti scoprono altro.
I PRIMI RICONOSCIMENTI Ma finalmente arriva il giorno in cui si trova di fronte a qualcosa di miracoloso, di fronte al quale il nipote di Zuech si metterà addirittura a piangere dalla commozione esclamando : è proprio mio nonno! Arriva il giorno in cui il velo viene tolto dalla statua posta nel seicentesco palazzo di Arsio, la frazione di Brez di cui era originario Stefano Zuech. E un onorevole trentino, Mauro Ottobre, che passa per caso da quelle parti rimane talmente scioccato da pensare subito di far accorrere Vittorio Sgarbi, che rimarrà impressionato dall’opera e dalla storia di Prevedel, che paragonerà proprio a “un miracolo”, riconoscendo in lui l’anima e la mano dell’artista. Una volta terminata, Prevedel dice di aver finalmente capito la tecnica delle statue di legno della Val Gardena, e dice che la sua è diversa, unica, fuori da ogni logica, e che terrà per sé. Non ha scritto nessun appunto perché ricorda tutto, ogni singolo passaggio del suo lavoro, ogni centimetro scolpito nella statua. Che ha iniziato subito dalla testa, lavorando a testa in giù con una prospettiva quindi particolare, per passare poi ai piedi con cui nei mesi seguenti ha dovuto ricongiungerla. Scelta stilistica che lascia un milione di possibilità di arrivare sbagliato, racconta ancora sbigottito. Non ha mai sbozzato la statua, Prevedel, ma sempre lavorato dettaglio su dettaglio con infinita precisione, non potendo quindi vedere il frutto del suo lavoro se non alla fine. Gli ultimi cinque mesi ha lavorato tutti i giorni, abbandonando la sua attività. MEMENTO AUDERE SEMPER sembra ricordarci la visione di questa statua che esprime perfezione e cura estrema nei dettagli,anche se non tutti possono scoprire di avere un genio creativo dentro di sé come è successo a lui.
LO STUPORE Prevedel è stupito come tutti noi ma è convinto di avere ancora un altro quaranta per cento da dare avendo lavorato a suo dire al sessanta. Perché ha creato perfettamente proprio quello che voleva senza darsi limiti ulteriori…che adesso invece vorrebbe porsi con altri lavori. Ma per il futuro di questo genio sorpreso occorre un riconoscimento più grande, occorre che la statua giri l’Italia oltre che il Trentino, occorre che la sua vena artistica sia alimentata dallo stupore di altri visitatori che lo spingerebbero a credere maggiormente nelle sue potenzialità, mentre ora è ancora incredulo e pensieroso di fronte al suo capolavoro. In cui ha voluto mettere qualcosa di sé proprio nell’espressione del volto: che non sa cosa guarda perché guarda lontano, non sa a cosa pensare, non sa che cosa vuol dire perché ha la bocca aperta che sembra trasmettere solo stupore. Quello stupore che un artista deve trasmettere sempre, come ha ricordato Vittorio Sgarbi nella sua visita alla statua citando il poeta Giovanni Battista Marino (1569-1625): “E’ del poeta il fin la meraviglia…chi non sa far stupir vada alla striglia”.
LA BIENNALE DI ASOLO Ed ecco arrivare una nuova occasione per mostrare la sua statua: la Biennale internazionale di Asolo,edizione 2014, una manifestazione che raggruppa 4 sezioni: pittura, scultura e installazione, grafica, fotografia. Anche qui gli ostacoli non sono pochi, primo fra tutti le dimensioni e il peso della statua, dieci quintali concentrati in un metro quadrato, che avrebbero potuto mettere a rischio i solai della sede della biennale, il convento dei SS Pietro e Paolo in pieno centro storico. Pericolo che viene fugato dando spazio alla scultura davanti al comune di Asolo. Luigi Prevedel vince il premio scultura, confermando il suo talento anche a livello internazionale. In questa occasione riceve i complimenti ufficiali di Giuliano Vangi, un artista completo conosciuto in tutto il mondo, e anche un invito ufficiale per partecipare a settembre 2015 a una manifestazione artistica in Corea, a Seul.
PREVEDEL ALL'EXPO Ma nel frattempo qualcosa è cambiato, come abbiamo visto, e a settembre la statua di Luigi Prevedel sarà ancora in mostra all’Expo sotto gli occhi dei visitatori provenienti da tutto il mondo. E poi? L’artista per il momento vuole godersi il presente Expo : “L’importante è esserci, poter mostrare la mia statua a tutti i visitatori che verranno, perché poterla mostrare a un vasto pubblico è sempre stato il mio sogno. Nel frattempo sto realizzando altre sculture…Vedremo poi quello che succederà!” Altre fotografie dell’opera e dell’artista
Per maggiori info scrivere a lugiprevede@gmail.com (lugi non luigi)
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