L’ultimo sole di fine estate in un angolo sperduto della Bassa. Gargatano di Somaglia
inserito da Giulia & Romeo
Qui il mondo finisce. A dirvelo con convinzione, davanti alle rive del Po, non è la targa con le parole di un poeta scomparso ma una persona in carne ed ossa, che gestisce il centro nautico e ristoro lì nei pressi. E che il mondo finisca in questo scorcio di campagna arrestata dalle acque del fiume a dire il vero non si fa fatica a crederlo. Qui si giunge dopo alcuni chilometri di stradina asfaltata che serpeggia fra campi di grano e cascine, dove non è improbabile doversi fare da parte con la macchina per dare la precedenza a un trattore. Una stradina dall’aria sperduta che avete incontrato a pochi minuti dall’uscita Piacenza nord dell’Autostrada A1: attraversata Guardamiglio lungo una sua strada laterale infatti, ed aver proseguito per Valloria, la sua frazione, sulla destra avete preso questa deviazione al cui fascino campestre è difficile sottrarsi. E siete così arrivati davanti al Po, in località Gargatano di Somaglia. Tre ombrelloni gialli sulle rive del fiume vi ricordano che l’estate non è ancora finita, ma se al relax di una sdraio preferite un po’ di moto potete affittare la bicicletta e raggiungere in un paio di chilometri le bellissime Oasi delle Monticchie. Un tuffo nella storia e nella tradizione vi attende, prima di tornare a casa, a Valloria e Guardamiglio. Di Valloria vorrete sicuramente dare un’occhiata alla chiesa parrocchiale in mattoni rossi, di cui venendo qui avete visto un’immagine suggestiva nello specchietto retrovisore, mentre vi allontanavate dalla strada principale. Entrate dunque con la macchina nel paesino, che oltre ad aspettare voi sembra che aspetti qualcuno o qualcos’altro. C’è un’aria silenziosa di attesa fra le piccole case colorate ma se chiedete in giro non ci sono particolari avvenimenti ad animare Valloria se non le tradizionali feste del paese: quella dell’Anitra,in agosto, e quella del Crocifisso, la prima domenica di settembre. Quel crocifisso che fu trovato nelle acque del Po diversi anni fa, e che ora potete vedere sull’altare alla destra del transetto della chiesa di San Fermo Martire. Nel giorno della sua festa un tempo veniva trasportato in un barcone sul Po, oggi a mano per le vie di Valloria, dai volontari del piccolo paesino. E prima di lasciare questo angolo di Bassa, ci manca ancora una foto nel centro di Guardamiglio, con la bella facciata in stile neoclassico della chiesa di San Giovanni Battista, eretta nel 1678. Una piazza, una chiesa, un Caffè con i tavolini all’aperto: in una giornata d’autunno vi sembrerà di esservi catapultati in un set cinematografico di un film all’italiana del secondo dopoguerra. E fra le pagine della storia del paese un segreto, quello che riguarda il nome. Quale sarà la giusta interpretazione fra le tre?Quella che lo farebbe risalire al console Lucio Emilio, che proprio qui domò una ribellione dei Galli indi Ardor Aemilii e poi per correzione fonetica Guardamiglio? O che sia più vera l’ipotesi che fa derivare il nome del paese dalla distanza che lo separava da Piacenza, cioè “ad un quartum miliarum?” O meglio ancora dalla semplice descrizione del luogo, i cui dintorni erano coltivati a miglio, prova ne sia lo stemma raffigurante un gambo di miglio?
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