Fra boschi e prati verdi: trekking in Valmalenco al Rifugio Bosio (mt 2086) in Lombardia

inserito da Giulia & Romeo





Adagiata nel cuore della Valtellina, Sondrio è al centro di un comprensorio che si colloca fra le Prealpi Orobie e il cuore delle Alpi Retiche, dominate dal Pizzo Bernina, il 4000 più orientale dell’Arco Alpino. La città è punto di riferimento, sulle mappe, per numerose escursioni e passeggiate nelle valli circostanti.
In un comprensorio costellato di rifugi, la Valmalenco, il Bosio-Galli è il primo incontrato, adagiato sui pianori di una vallata laterale.
E come tutti i luoghi più isolati e defilati regala per questo emozioni più intense.
Un rifugio dei primi del Novecento che ha mantenuto la sua atmosfera un po’ fuori dal tempo: in pietra, con le imposte rosse, su due piani, circondato dai pini dell’Alpe Airale.
(Per chi volesse gustare uno dei piatti tipici, pizzoccheri, gnocchi, salsicce e polenta, salumi e formaggi della valle, ricordare che il periodo di apertura è dal 20 giugno al 25 SETTEMBRE, telefono 0342-451655)
La fotografia che immortala l’arrivo del camminatore è una di quelle da inserire nell’album delle passeggiate: a quota 2086 m, su una collina morenica, come una costruzione fiabesca il rifugio domina un’ampia conca erbosa su cui spuntano come funghi enormi massi erratici.
In sole tre ore di cammino, arrivando da Primolo, ci si è lasciati alle spalle la civiltà, i rumori, i colori un po’ sbiaditi, la vita di tutti i giorni. Per un tuffo nel verde, nelle sue varie sfumature, e magari anche in una delle pozze di acqua cristallina formate dal fiume Torreggio che scorre lì vicino. Con la possibilità di quegli incontri ravvicinati tipici dei luoghi incontaminati: marmotte, cervi e camosci.
Per chi arriva scendendo dalla Val Masino l’impatto non è meno forte: dopo aver camminato fra il grigio dei sassi e delle rocce questo quadro quasi naïf è una gioia per gli occhi.
Tutt’intorno, a fare da cornice, i Corni: quelli Bruciati e quelli di Airale. E se solo si riesce a vincere la pigrizia, e prima o dopo la sospirata sosta si cammina ancora una mezz’oretta, la visuale si allarga al Monte Disgrazia, al Cassandra, a tutto l’arco del Gruppo Bernina.
Una meta già in sé gratificante, che spesso è solo una delle tappe di due classici itinerari in alta quota della Valtellina: il Sentiero Roma e l’Alta Via della Valmalenco.
Tornando a casa sarebbe un peccato non visitare il Museo storico etnografico di Chiesa, allestito nell’antica parrocchiale e nell’Oratorio di San Carlo.
Una sezione storica illustra la storia della Valle attraverso reperti, fotografie e pannelli esplicativi; quella artistico religiosa offre ai visitatori dipinti, statue in legno, una pregevole Via Crucis, costumi e stendardi delle Confraternite; le sezioni etnografiche presentano la ricostruzione degli ambienti di lavoro e gli oggetti correlati alle varie attività della valle, dalla produzione di burro e formaggi alla lavorazione del lino, dell’ardesia e della pietra ollare.


Itinerario

Dal piccolo parcheggio si procede a piedi seguendo uno sterrato ben tenuto e visibile, segnalato con la classica bandierina rossobiancorosso. Percorrendolo ci si dirige verso l’Alpe Lago e subito la strada risulta bloccata da una sbarra che consente la percorribilità solo agli autorizzati; si procede lungo la traccia, che fa il suo ingresso in un bosco di grossi larici e pini.
Lasciato alle spalle il bosco, il sentiero raggiunge l’ampio pianoro dell’Alpe Lago, quota 1614 m.
(in alternativa può essere raggiunto da Primolo con sentiero quasi pianeggiante)
Ex laghetto alpino di origine lacustre, oggi l’Alpe Lago ospita piccole casette e una chiesetta.
Oltrepassandola sul lato destro, ci si lascia l’Alpe alle spalle attraversando dei prati.
Si entra in un bosco di conifere e lasciato a destra il bivio che sale all’Alpe Mastabia, scavalcata la ripida dorsale boscosa, si incontra la Val Torréggio.
Si esce dal bosco e si incrocia il sentiero che arriva da Torre Santa Maria, si raggiunge quindi l’Alpe Airale a quota 2097 m, con le sue piccole abitazioni, e camminando fra grossi massi si raggiunge un ponticello sul fiume Torrèggio.
Oltrepassato il ponte, posato recentemente dai cacciatori, si scende in quota di pochi metri, per arrivare ai 2086 del Rifugio Bosio-Galli. Elegante, in pietra grigia macchiata qua e là dalle imposte di legno color rosso vivo, la costruzione risale al 1925.

Per chi volesse proseguire, con un’ora di cammino si arriva al lago di Zana, oltre il quale si trova un alpeggio dove vendono formaggio; in due ore si raggiungono i laghetti Cassandra, al di là dei Corni di Airale, e il Sasso Bianco (m 2.490), proprio di fronte al Monte Disgrazia e Bernina. Si possono fare le traversate all’Alpe Arcoglio e al Rifugio Desio.
Il rifugio Bosio-Galli è punto di appoggio di due classici itinerari in alta quota: il sentiero Roma e l’Alta via della Valmalenco.



Raggiungere la partenza

Da Milano: da Viale Zara proseguire per Lecco e imboccare la SS36. Una volta a Lecco proseguire per Colico, poi sulla SS38 per Sondrio. Dopo 35 chilometri lasciare la Statale imboccando lo svincolo per Sondrio centro/Valmalenco, seguire i cartelli per Chiesa Valmalenco.
Da Chiesa Val Malenco verso Primolo all’altezza del primo tornante si imbocca la strada sterrata che si allontana in direzione opposta alla curva. La si segue fino al raggiungimento di una sbarra. (Piccolo parcheggio)
Da Brescia: lungo la Valcamonica fino ad Edolo, dove si volta a sinistra dopo il ponte sull’Oglio per salire in direzione del passo dell’Aprica. Superatolo, si procede fino ad immettersi sulla statale di fondovalle della Valtellina, svoltando a sinistra. Continuare fino a Sondrio, immettersi sulla tangenziale fino a raggiungere l’uscita indicata a precedente avvicinamento.



Dislivello 1000 m da Chiesa Valmalenco
Durata 3 ore
Segnavia
Segnali rosso bianco rosso
Segnali triangolari gialli che segnano l’Alta Via, di cui il Rifugio Bosio è la prima tappa
Periodo da maggio a ottobre
Difficoltà Elementare
Rifugio Bosio-Galli (2086)