Weekend con le ciaspole nelle foreste casentinesi
inserito da Giulia
Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, istituito nel 1993, copre un’area di circa 36.000 ettari, equamente divisi tra l’Emilia Romagna e la Toscana, comprendente territori delle province di Forlì, Cesena, Arezzo e Firenze. E’ una delle aree forestali più pregiate e antiche d’Europa, ricca di storia, di flora e fauna: percorrerla con le racchette da neve nel periodo invernale è un’esperienza unica, a prescindere dagli eventuali incontri ravvicinati, solo per i più fortunati, con il lupo dell’Appennino settentrionale, o i cinghiali, i cervi e i caprioli. Fra paesini, pievi, eremi e conventi sono passati nei secoli santi e cavalieri, mercanti e pellegrini. I primi a insediarsi in queste zone furono gli etruschi, che nel Monte Falterona, in località Lago degli Idoli, hanno lasciato il più significativo sito archeologico di tutto l’appennino tosco romagnolo. E’ da queste foreste rigogliose che si è tratto il pregiato legname per le impalcature del Duomo di Firenze o le travi lunghe e dritte per costruire le navi della flotta pisana. Letterati di tutti i tempi rimasero affascinati da questi luoghi, da Dante Alighieri che ne cita le bellezze nella Divina Commedia al poeta Dino Campana, che percorse a piedi gran parte del territorio narrando il viaggio nei famosi Canti Orfici. Dalle emozioni forti suscitate nei poeti dalla natura selvaggia a quelle più intime che ispirarono i Santi: Francesco, che salì alla Verna e “sul crudo sasso” ricevette le stimmate e Romualdo, che a Camaldoli gettò le basi del suo eremitaggio. Entrambi i versanti, toscano ed emiliano sono ugualmente suggestivi. Da Badia Prataglia, in provincia di Arezzo, partono i sentieri per diverse escursioni: al Monte Penna, da dove si gode uno stupendo panorama sulla foresta della Lama, a Camaldoli, a Fangacci, al Passo della Crocina, passando per la suggestiva Buca delle Fate. Per diverse ore consecutive si cammina in mezzo alla natura attraversando conifere di abeti bianchi e di pini neri, boschi di latifoglie e faggeti. Da Campigna, invece, sul versante romagnolo, dal passo della Calla, dove secondo la tradizione passò un tempo Annibale durante la sua discesa in Italia, si sale ai Monti Falco, Falterona e Gabrendo.Si cammina tra i faggeti, immersi in un’atmosfera fiabesca, fra rami carichi di neve Nell’abitato di Campigna sorge l’antica casa di sorveglianza delle selve, documentata gia nel xvi secolo e oggi trasformata in albergo. Da visitare anche il locale piccolo museo forestale Sulla strada del ritorno, a fine weekend, è d’obbligo una sosta a La Verna, dove, arroccato sulla ripida parete meridionale del Monte Penna, sorge il celebre monastero francescano, immerso in una silenziosa e cupa selva di aceri, frassini, olmi e faggi.
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