L'estate di San Martino si accende nel buio della Val di Fiemme.
inserito da Giulia & Romeo
L’estate di San Martino si accende nel buio della Val Fiemme. A Predazzo, l’11 novembre, la festa si ripete ogni anno, a cominciare dall’accensione dei lumi lassù sulla montagna…Dopo l’Ave Maria, pochi minuti dopo le otto, la montagna si illumina all’improvviso quasi a giorno mentre vengono accesi contemporaneamente cinque grandi falò, uno per ogni rione del paese: Ischia, Birreria, Sommavilla, Molin e Piè di Predazzo. I rioni fanno a gara per far salire le fiammate più in alto di tutti. Un rito legato al ciclo delle stagioni, che segna la fine dell’inverno, la conclusione del lavoro nei campi e il ritorno a casa dei pastori dall’alpeggio. E il fuoco, secondo le antiche credenze, tiene poi lontani gli spiriti maligni… Le “ase”, le cataste di legna dei cinque falò, preparate dai ragazzi nei giorni precedenti, raggiungono anche i 14 metri di altezza. Mentre i fuochi ardono, dall’alto della montagna incominciano a zampillare rintocchi isolati di campanacci, suoni di corno di vacca o di capra che anticipano la seconda parte della festa. Mano a mano che i fuochi si abbassano, infatti, i gruppi rionali si precipitano nella piana del paese scuotendo campanacci e bidoni, battendo ogni oggetto che faccia rumore, dai recipienti di latta ai corni, trombe tromboni e trombette, tamburi e tamburelli. Tutti i gruppi, immersi in un baccano assordante, percorrono a passo svelto le vie del paese per ritrovarsi in piazza SS Filippo e Giacomo dove cercano per qualche minuto di estrarre dal loro strumento il suono più forte e stridulo. Per allontanare gli spiriti maligni e per riscoprire il piacere della tradizione e dello stare insieme, fra castagne, tè caldo o vin bulè.
Nella foto: accensione dei lumi per la festa dei fuochi di San Martino foto di Gianni Zotta
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