Albergo Diurno, Piazza Oberdan: il fascino delle memorie dal sottosuolo
inserito da Giulia & Romeo
Piazza Oberdan, Milano: pochi gradini in discesa, una porticina, ed è subito Bella Epoque. Con il suo inconfondibile stile Liberty, con uno spazio che tanto lascia all’immaginazione o ai ricordi, a seconda dell’età. Sembra addirittura di sentire uscire dal grammofono le musiche degli anni trenta…
Più di 6500 persone hanno visitato l’Albergo Diurno riaperto al pubblico per due giorni (sabato 21 e domenica 22 marzo 2014 ) grazie al’iniziativa del FAI e alla collaborazione dei suoi volontari.
Scendere per vedere cosa si nasconde, o meglio cosa si nascondeva, sotto l’asfalto di piazza Oberdan ,è stata un’avventura e un‘emozione per tutti i visitatori. L’odore di muffa che pervade i locali fa da spinta a un salto nel passato, a respirare quell’aria dei tempi che furono e non sono più. Quei tempi in cui chi non possedeva un bagno in casa, ed erano in molti, poteva accedere a pagamento per un’immersione nella vasca, in questi bagni piastrellati in stile Lyberty che ti fanno venire voglia di rifare subito le pareti del tuo, che ti appare all’istante in confronto un po’ scialbo. E chi passava per affari in città poteva scendere a farsi la barba, o la manicure, o la pedicure…in un ambiente che oggi appare fortemente cinematografico perché la Bella Epoque qui è ancora viva, nonostante le incrostazioni, nonostante le ragnatele e la muffa… Nel salone che accoglie il visitatore si affacciano tanti piccoli separé, ognuno ancora con l’insegna del tipo di servizio offerto: cabine da bagno e per la doccia, gabinetti, un locale per guardaroba e stireria, una sala privata per trattative d'affari, un'agenzia turistica, un deposito di biciclette e anche un'agenzia postale. E non solo: si legge e si racconta che qui si vendessero fiori freschi, cancelleria, riviste e giornali…che ci fosse un deposito per piccoli bagagli, un ufficio copisteria a macchina, posti per lustrascarpe,un ufficio bancario…una specie di piccolo centro commerciale, diremmo oggi, ma con un fascino tutto particolare, quasi un hammam…
I volontari del Fai con i loro sorrisi e il loro entusiasmo per essere scesi in anteprima rispetto a tutti noi a camminare in mezzo a queste memorie del sottosuolo, per studiarne i dettagli, hanno contribuito a render speciale la visita al sito di Piazza Oberdan. Come hanno spiegato ai gruppi fortunati che sono riusciti a sopravvivere alle code, i bagni, di proprietà del comune, vennero inaugurati nel 1926 e poi chiusi nel 1985. Solo un parrucchiere sopravvisse solitario fino al 2006. L’Albergo fu costruito su progetto dell’ing. Troiani e i disegni dei bagni sono attribuiti all’archietetto Piero Portaluppi.
Passeggiare ora sopra l’Albergo diurno, l’unico esempio di genere rimasto ancora quasi intatto in Italia, in una piazza dove a ricordarlo ci sono solo due alte colonne (una era la canna fumaria della caldaia dei bagni) e una vecchia pensilina liberty, dopo aver visto quello che sta sotto mette quasi i brividi. Ora la domanda che in molti, moltissimi si fanno, sia tra chi la visita è riuscito a farla sia fra chi è rimasto fuori ma ha sentito i racconti o ha visto i servizi in televisione è: perchè lasciare chiuso al pubblico uno spazio così bello e affascinante? I volontari del FAI ne stanno promuovendo l’apertura, ma i problemi da risolvere non saranno pochi… Nel frattempo si può vedere un bellissimo video con le interviste agli ultimi parrucchieri dell’Albergo Diurno…
Il video sull'Albergo Diurno Metropolitano di Piazza Oberdan a Milano è stato realizzato nel 1994 dagli studenti del secondo anno del Centro di Formazione Professionale per la tecnica cinetelevisiva Maria Arena, Andrea Beltrame, Fabrizio Fanelli, Daniele Lago, Eva Piccoli, Simona Pezzano con la partecipazione di Carmelo Aiello (parrucchiere per uomo) e del sig. Vitale Imbrò (parrucchiere per signora).
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