In laguna per la festa del redentore. 16 e 17 luglio

inserito da Giulia





Chi non conosce Venezia?
Sono in molti, però, a non esserci stati durante il weekend della Festa del Redentore.
Attesa, mistero, colori, gioia e allegria. Sacro e profano. E un’esplosione di fuochi di artificio che si stagliano dietro le cupole e i campanili della città.
Fra il sabato e la domenica del terzo weekend di luglio si ricorda la fine della pestilenza con un rito che si ripete da quattrocento anni.
Il 4 settembre del 1576 il Senato decise che il Doge doveva far costruire una chiesa in onore del Redentore affinchè ponesse fine al flagello della peste, con la promessa che ogni anno la città avrebbe onorato la chiesa. La chiesa fu costruita su progetto del Palladio nell’isola della Giudecca. Venne quindi organizzato un ponte di 80 galee attraverso il canale che venne attraversato da una folla di veneziani scampati all’epidemia, consapevoli che le disgrazie erano cessate. Nel 1677 la peste fu definitivamente debellata e si decise così di festeggiare con una cerimonia religiosa inserita in una festa popolare. E ancora oggi le celebrazioni si ripetono ogni anno…
Sin dal tramonto del sabato centinaia di imbarcazioni addobbate e illuminate affluiscono nel bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca. In barca si festeggia e si cena in compagnia, con piatti della tradizione veneziana, in attesa dello spettacolo pirotecnico, che inizia alle ore 23.30 e dura fino a mezzanotte inoltrata.
Poi le barche si danno appuntamento al Lido ad attendere l’alba. Il giorno dopo la festa si conclude con una regata su gondole e con la funzione solenne presieduta dal patriarca nella chiesa del Redentore alla Giudecca. La celebrazione è seguita da una processione religiosa che attraversa il ponte votivo di barche, costruito per l’occasione nel canale della Giudecca, proprio come 400 anni fa, per collegare la chiesa del redentore con Venezia e permettere ai veneziani di recarsi a rendere omaggio al redentore.